La minigonna, da libertà ad oggetto.
"Voi ragazze i diritti li avete trovati già fatti, noi li abbiamo dovuti costruire"
[B. Palombelli]
Magari fosse così semplice, si fa la rivoluzione una volta e le cose sono a posto per sempre.
Invece no, perché i tempi cambiano, la società cambia, le persone dimenticano o ricordano male e alla fine può capitare che ci sia bisogno di lottare di nuovo, perché quello che un tempo era una conquista, ora ti si ritorce contro.
Un esempio banale è la minigonna: nata come simbolo forte di emancipazione
La supermodella Twiggy Lawson sorrideva dalle copertine mostrando le gambe lunghe e scattanti, dando vita ad un'idea di donna molto lontana dalla formosa casalinga che cucina e accudisce.
La donna libera le gambe e corre via, esce di casa e si realizza, questo era il messaggio.
Un messaggio strano da associare alla minigonna oggi.
Perché sono trascorsi 60 anni e la minigonna ora mi ricorda decenni di subrette viste come begli oggetti da TV, che si dimenano.
O peggio, la disperazione di chi, credendo di non avere il corpo adatto per indossarla ed essere accettat*, cade nel buio della depressione o dei disturbi alimentari.
Un'icona di libertà ha cambiato completamente significato, diventando qualcosa che imprigiona in un'idea.
Ecco quindi, io ringrazio chi ha lottato allora, siete stati prezios*, avete fatto tanto, ma non pensiate di aver fatto tutto.
Ti voglio bene 💚
Terra
#lottomarzo
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