Mal del Like - parte 1

Ci sono corsi costosi, tenuti da guru del marketing, per aumentare like e visibilità del proprio account, con tecniche che definirei a dir poco meschine (esempio follow/unfollow).

Ma non esistono corsi che parlino della gestione emotiva dei like. Ed è un problema.

Ci provo io. La chiamerò rubrica #MalDelLike e sappiate che tutti ci possono cascare, più volte durante la settimana. Io compresa. (Sigh!)

Quando ricevi un like, il cervello, che è tutt'ora in fase sperimentale, lo elabora come una ricompensa.
La classica pacca sulla spalla, per intenderci.
La ricompensa fa rilasciare al cervello la dopamina, l'ormone della gioia.

Ma, piccolo problema, la materia grigia non è capace di gestire tante "pacche sulle spalle", tutte insieme, e può capitare che se un post non riceve la giusta ricompensa (secondo te), arrivi una specie di blackout.

Alcuni, a questo punto, potrebbero essere tentati di rubacchiare il lavoro altrui, spacciarlo per proprio, per ricevere in cambio dopamina gratuita.

Esempio?

Mi sono imbattuta in questa foto.
Bellissima!

Il 28 dicembre 2021 è stata postata da un account con una frase molto simile a quella postata dalla presunta autrice su Pinterest nel maggio 2019 

28 dicembre 2021 su Twitter

9 maggio su Pinterest

La foto ha fatto il viaggio del web, prima ancora nel maggio 2019 su Twitter e nel dicembre 2019 su Facebook.

Twitter

Facebook

Cosa accomuna tutti i pubblicatori della foto?
Non dicono, ma nemmeno smentiscono che la foto sia loro.

Non sono riuscita a risalire al fotografo ufficiale.
Ad ogni modo, in questi casi, credo sia giusto specificare che non è il proprio lavoro.

La ricompensa in dopamina, grazie ai like ricevuti, arriva comunque, ma almeno ti mantieni onesto con i tuoi lettori.

Rispettare il lavoro altrui è importante, soprattutto per i fotografi e videoamatori che ci regalano emozioni "facili".

Spero di essere stata convincente.

Terry 💚



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