Hibakujumoku

Uno degli istanti più famosi della storia: 8:15, 6 agosto 1945.

Albero della canfora all'interno del tempio Sanno a Nagasaki - fotografia del 1945
📸 Wikipedia

In un lampo una città intera è distrutta.
#Hiroshima è un cratere vuoto, dove niente ormai fa pensare alla vita, tra edifici a brandelli e ombre vaporizzate sul cemento.
Eppure, a pochi mesi dall'esplosione del primo ordigno nucleare usato su una popolazione inerme, gli #Hibakujumoku rinascono.

Sono i 170 alberi (50 specie diverse) che hanno subito il bombardamento atomico, esposti a una fonte di calore simile alla superficie del sole. 
Germogliati di nuovo molto prima dei 75 anni che gli scienziati avevano pronosticato per il ritorno della vita.

Il medesimo albero della canfora del Tempio Sanno in una fotografia del 2009

Non sono sopravvissuti, ma reduci, ritornati.
Ripartiti dalla parte di tronco non esposta al calore o, nei casi più gravi, dalle radici protette dal suolo.

Oggi sono molto cari agli abitanti della città, che li vanno a trovare, ci parlano e li abbracciano.

Chi è grato, non taglia i testimoni della storia per qualche addobbo.

Ispirata dal libro "L'incredibile viaggio delle piante - Stefano Mancuso"

Secondo lo stesso libro, in una scuola di Hiroshima, in cui studiavano 120 bambini, solo 4 sono reduci, semplicemente perché la parete della loro aula era protetta da una cortina di alberi.

📸 Wikipedia ©




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